al cinema mi sono lasciata sfuggire l'adèle blanc-sec di besson (è andato così male che è sparito dopo 2 settimane... che sia tanto brutto?). sono dunque rimasta a digiuno di effetti speciali, e invece mi sono capitati...
ivory tower di adam traynor è in realtà la creatura cinematografica di chilly gonzales, che prima della proiezione ha gigioneggiato al piano in vestaglia grigia e pantofole. un film molto carino con il classico sapore dei film indipendenti americani del ceppo di hal hartley, per intenderci, più supplemento di spaesamento canadese. piaciuta pure peaches come attrice. ciò che ha lasciato spaesata me però è l'appiattimento estetico: il grigiore generale andrà benissimo per dipingere la casa di famiglia e un campionato di scacchi di serie z in una palestra, per carità, ma il fatto che un film premiato a locarno abbia una fotografia così banale mi fa effetto. (o magari era la nostra proiezione, pure in digitale, a farlo sembrare così.)
quanto a lo zio boonmee che si ricorda le vite precedenti, palma d'oro a cannes 2010, purtroppo mi sono rivelata impermeabile alle suggestioni orientalistiche. tutto resta così slegato e criptico – non criptico strano, ma criptico in una strana quotidianità dei fantasmi – che non riesco a considerarlo un film riuscito. qui povertà visiva più studiata e cercata, ma che non arriva davvero costruire un mondo... mi resta il sottile fastidio di non avere in realtà capito cosa ci sia sotto.
(è stata invece una settimana in cui sono stata più reattiva alla comunicazione diretta: a sentire giorello in tv dalla dandini e vendola a milano per sostenere pisapia, ho avuto una sensazione di autenticità di idee e riscossa della ragione che mi ha quasi smosso dal letargo novembrino)
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