davanti alla borsa di milano si inserisce perfettamente nella piazzetta dall'architettura marmorea d'epoca fascista: solo da vicino rivela come dettaglio spiazzante non tanto le dita mozzate (da un arto reminiscente delle gigantesche statue romane nasce un saluto fascista mutilato in sofferto gesto di scorno), quanto le linee quasi fumettistiche del disegno (vene, unghia).
sabato pomeriggio appariva molto più seria e severa della borsa stessa, bardata di striscioni di ferragamo e luci rosse sulle statue, per una sfilata di moda.
se si lasciasse in permanenza il cattelan e si togliessero le auto, secondo me la piazza ci guadagnerebbe assai.
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