sono talmente contenta che gus van sant abbia infilato tre film di seguito così belli, personali e dolorosamente sensibili, che nonostante l'argomento deprimente non sto più nella pelle.
adesso un filo miracoloso sembra tendersi fra le giovinezze dei suoi primi tre film e gli ultimi tre, che hanno nello sguardo altrettanta curiosità ma meno stravaganza, più disillusione.
la visione di paranoid park è cascata a fagiolo alla fine di una selezione milanese di cannes non proprio esaltante (a meno che io non abbia sbagliato tutti gli orari) e purtroppo anche mentre finivo di riesumare le pedanti cose di cinema che scrivevo da giovane (più per dimostrare che aver tenuto dei file in FW4 ha un senso che non perché valga la pena rileggerle, vabbè).
dunque, ecco qua: un paio di cose su van sant, early days (pdf, 36.4K)
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