ero in ufficio che ridevo da sola, a leggere il post di mirumir sull'incresciosa abbondanza di diacritici sbagliati in un libro di recente pubblicazione: l'incubo del redattore comune – disarmato sia davanti all'alfabeto cirillico sia davanti alle deliranti trascrizioni che l'italiano spesso si trascina dietro dai libri in inglese e francese – si è trasformato in un ipercorrettismo che distribuisce a piene mani pipette sulla pagina tipografica.
da queste parti non si licenzierebbe una ciano del genere senza aver scomodato almeno uno pseudoslavista, ma confesso che nei casi di emergenza ci si trastulla con un bigino di provenienza non sospetta.
trattasi dell'utile tabella di confronto cirillico/trascrizione scientifica/trascrizione anglosassone presente nel volume dell'indice di uno dei miei possessi più cari: la seconda edizione dell'atlante mondiale russo, quella dedicata al cinquantesimo anniversario della rivoluzione (consultabile su richiesta, escluso dal prestito).
Qualche giorno fa assegno una traduzione in macedone, e il traduttore mi invia un testo in caratteri latini. Sono perplesso, forse il macedone si può scrivere anche in caratteri latini e chiedo al "traduttore", il quale dice: una volta ho fatto il serbo in caratteri latini, e ho pensato che volevate anche il macedone così. Trattandosi di etichette per prodotti alimentari mi immagino la reazione dei macedoni...
Scritto da: nic | giovedì, 22 marzo 2007 a 17:31
un po' come quella degli italiani se nei libri tradotti dal russo lasciassimo, che so, i nomi propri in cirillico :)
Scritto da: rose | sabato, 24 marzo 2007 a 14:00