se la serata su beckett di giovedì scorso alla cineteca italiana parte funestata da guai coi microfoni e una copia del documentario di john reilly veramente pessima (si vedeva e si sentiva male, poi a un certo punto l'audio si è sfalsato dal video restando in ritardo per dieci minuti buoni; gli errori nei sottotitoli invece consideriamoli routine). no, così, per lamentarsi un po’. poi io sono uscita perché avevo fame e avrei sofferto troppo a rivedere un’altra volta film.
fittissimo l’intervento di luca scarlini, commovente comunque il documentario che – a chi ha resistito a una parte piena di professori irlandesi che rivendicano l'irlandesità di b. e a un’altra parte lunghissima sulla ricezione americana di b. – regala le interviste con un paio di vecchietti francesi di roussillon che hanno conosciuto b. durante la guerra, e alla fine qualche rara moving image di b. stesso: mentre supervisiona la versione americana di what where e mentre, quasi spiato (da chi?), si addentra in un cortile, visto di spalle, con una strana andatura dinoccolata.
il centenario in italia.
il mio link beckettiano preferito. (potrebbe diventarlo per chiunque senta la necessità di tenere sull’ipod una versione di krapp, per qualsiasi evenienza.)
milano, forse in quanto città non particolarmente vitale, aveva dato più soddisfazione in occasione della morte di b.
dai miei incartamenti risulta che tra il 90 e il 92 vidi:
all’arsenale: il finale di partita di santagata e morganti (to’, pensavo di averlo visto al franco parenti), david warrilow in krapp’s last tape, un bello spettacolo con annig raimondi, di mario jorio da testi di beckett;
dopodiché, sempre tra gli spettacoli presentati dal crt nel 90-91, dovrei anche aver visto al piccolo una produzione francese di aspettando godot con david warrilow, ma qui la memoria mi tradisce ancor più clamorosamente perché non ne ricordo verbo.
l’anno dopo, al teatro franco parenti: i gemelli janicki in ohio impromptu (il che mi permise di riconoscere gli janicki mentre si aggiravano alla fiera di francoforte l’unica volta che ci andai, perlappunto l’anno dedicato alla polonia) e probabilmente anna nogara in non io e magari anche qualcos’altro, era una rassegna lunghissima.
possedevo un assurdo cardigan rosa antico lungo fino alle ginocchia, avevo lo sconto studenti a teatro e la morte di b. mi fu altrettanto influente di quella di john lennon. sono morti (al maschile e al femminile) a cui ci si affeziona. si annoverano anche 2 diverse escursioni a montparnasse, eppure ci saranno parenti la cui tomba ho visitato meno di frequente.
scaffale: sparuto.
• teatro, einaudi 1978. ricordo che le classiche traduzioni einaudi del teatro di b. sono di carlo fruttero.
• collected shorter plays, faber & faber 1989.
• film seguito da commedie brevi, einaudi 1985. (trad. di maria giovanna andreolli e camillo pennati)
• krapp’s last tape and embers, faber and faber 1979
• aspettando godot, einaudi 1992.
tutti questi doppioni di teatro e nessun romanzo in casa, ma due copie di come è in edizione einaudi, una mia bianca (1980) e una di p. grigia (1965, usata). la trad. è di franco quadri.
certo una volta non c’era amazon, specie .fr, adesso invece potrei andarmi a procurare tutti quei librini bianchi con il titolo blu, così, per pensare di possedere qualcosa, per non guardare più la foto col cappotto spigato.
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