che si faceva dai miei era bello: abitava nel camino, aveva un foglio stellato per il cielo, capanna di legno e paglia, statuine di cartapesta zoppe e vecchiotte - anni trenta, se è vero che vengono da quando mia mamma era piccola -, un pezzo di specchio per il laghetto e molto muschio, che allora in montagna c'era e si poteva prelevare a cuscinetti senza troppo incidere sull'ecosistema (o senza porsi il problema). come molte miniature, è una rappresentazione che ha il suo fascino; peccato essere cresciuti, viene da pensare a volte, e aver lasciato andare in malora una piccola tradizione calda; peccato essere cresciuti, ed essere quindi costretti ad apprezzarne in pieno le connotazioni esecrabili (trovarsi ieri a casa di un compagno di scuola di p. che al bambino di quindici mesi, che non sa ancora parlare, insegna a indicare «maria» e «giuseppe» nella capanna, calata tra le cornici d'argento celebrative di una vita di professionisti lettori di storiografia di destra). e anche, giusto essere cresciuti, pensare alla palestina oggi e vergognarsi, come diceva bene ieri mirumir.
...sono appena stato dai miei a cena, visto che a natale sarò in lombardia, ed ho notato che l'albero di natale che hanno allestito quest'anno non rispecchia assolutamnete quello che erano soliti fare quando io e mio fratello abitavamo con loro...forse non è che vero che i natali sono tutti uguali se basta un 'misero' albero per fartelo notare...
Scritto da: ivan | giovedì, 23 dicembre 2004 a 22:26
Ecco, ora mi manca il mulino con la ruota che gira!
Scritto da: garnant | giovedì, 23 dicembre 2004 a 23:55