“you gave me hyacinths first a year ago.
they called me the hyacinth girl.”
– yet when we came back, late, from the hyacinth garden,
your arms full, and your hair wet, I could not
speak, and my eyes failed, I was neither
living nor dead, and I knew nothing,
looking into the heart of light, the silence.
con mia grande soddisfazione, le pro-post(e) del Giardiniere stanno prendendo un ordine alfabetico (anticipando mirabilmente una cosa di cui poi vi parlerò).
questo balcone giunge a ideale complemento degli scaffali di cui si discorreva, con le medesime qualità rivelatrici,* in particolare come microesempio di giardino dove coltura e cultura sono una cosa sola e l'immagine dei giacinti - dai colori falsamenti autunnali ma in realtà, com'è naturale, primaverile - conduce a un riferimento letterario (eliot, la terra desolata) oltre che a quello mitologico, trionfante dove giacinti e narcisi sono vicini. a proposito dei miti da cui questi fiori prendono il nome - questi giovinetti morti per amore, l'uno della propria immagine, l'altro di apollo - s. teorizza un «complesso di giacinto», applicabile a chi si lascia distruggere da un rapporto amoroso, se ho capito bene.
(ma come sempre a me i fiori piacciono molto anche solo così, da guardare.)
* a proposito, commentando questa cosa sul weblog di gattostanco si diceva che su internet si vedono splendide foto di fiori, ma raramente gli attrezzi da giardinaggio: s., consideralo un suggerimento.
che bello rose! mi sembra che questo post rispecchi precisamente quel che avevo in mente per il m.b.b. quando buttai lì la proposta, senza avere ancora una chiara idea di quel che mi sarebbe piaciuto trovarci dentro. c’è tutto quel che si potrebbe desiderare…
abbiamo un’immagine estemporanea, reale, qualcosa che sa di verde, spedita da qualcuno o scovata dall’autore; abbiamo delle parole, scelte non a caso ma evocate dall’immagine stessa, evocatrici a loro volta di un’altra immagine. E che dire di questa immagine così languida, così sfrontata, così ricca di tutto quello che c’è di inutile al mondo?
per quanto riguarda attrezzi e macchine da giardinaggio non ho mai fatto una ricerca in rete; sicuro è che i giardinieri ne fanno un vero e proprio culto. cercherò di mandarti qualcosa di personale in merito – diciamo extra scaletta alfabetica! sebbene ci avessi già pensato...
Scritto da: s. | lunedì, 27 settembre 2004 a 16:57
be', è tutta farina del tuo sacco - ma non eri tu a dire di non avere materiale per un blog? - e meno male che non ti offendi per l'editing feroce che esercito su quello che mandi (deformazione professionale).
il mbb è un'ottima idea che si presta a tantissime interpretazioni; ha ispirato persino a me almeno una decina di spunti ancora giacenti.
attendiamo intanto il momento di gloria della vanga e del rastrello!
Scritto da: rose | lunedì, 27 settembre 2004 a 17:30
I versi di Eliot che aprono il post sono tra i migliori di 'The Waste Land', uno dei momenti più tesi e tristi del primo movimento. Grazie per la citazione.
Scritto da: Superqueen | lunedì, 27 settembre 2004 a 17:42
ah, lo struggimento è comune.
(c'è che ormai girano per questo weblog un po' troppi anglisti; io profana comincio a sentirmi a disagio.)
Scritto da: rose | lunedì, 27 settembre 2004 a 17:58
la maestrina (anglista) della provincia francese suggerisce agli altri anglissti di tornare a usaare, per la traduzione del titolo, "Il paese guasto", testo originale che il copycat Eliot pesco' dall'inconfondibile voce del Sommo Poeta (non sono in grado in qs momento di verificare ma provate con Inf IX, 73).
Scritto da: avi | martedì, 05 ottobre 2004 a 17:45
XIV, 94.
Scritto da: rose | martedì, 05 ottobre 2004 a 19:48
sublime rosa
Scritto da: avi | mercoledì, 06 ottobre 2004 a 10:07