è arrivare in un terso pomeriggio d'estate in un parco torinese a piazzarsi al fresco sotto un albero, a guardare i pensionati che giocano a bocce, per la maggior parte a torso nudo, e i fan degli stooges stravaccati sotto gli altri alberi, per la maggior parte vestiti. e passare tutto il tempo a ridacchiare senza leggere neanche una riga dei giornali che ci si è portati dietro, anche perché la mescita della guinness inizia alle cinque del pomeriggio.
un po’ più tardi arriva il momento del corroborante hot dog e anche di avvicinarsi al palco, dove tutti se ne stanno placidamente seduti aspettando il crepuscolo e l'arrivo del gruppo spalla. ma supercool è dimenticarsi in un attimo di quei tamarri del gruppo spalla quando entrano correndo sul palco alcuni individui che erano già lì a cambiare il rock’n’roll quando io avevo un anno, e in pochi secondi scatenano un’onda di marea che mi porta su e giù mentre iggy balza a destra e a sinistra e io ci vedo benissimo e rido per tutto il tempo delle prime canzoni, finché non è meglio accompagnare un po’ più indietro la mia amica pa.
ormai a distanza di sicurezza, rimaniamo impietrite mentre iggy fa salire sul palco una masnada di fan scatenando un vero caos, e poi la scaletta si addentra tra i più ostici fiati di fun house. verso la fine del concerto ritroviamo un po’ della nostra comitiva dalle parti del mixer, in tempo per saltare insieme come molle durante la seconda, ancor più devastante (possibile?) versione di i wanna be your dog. la birretta di decompressione al tranquillo chiosco del parco è assolutamente insufficiente a smaltire il rimbombo nei timpani, un simpatico ricordo destinato a indugiare per parecchie ore (px, che è stato davanti tutto il tempo, ne denunciava tracce ancora ieri sera).
credo a questo punto di aver degnamente posto rimedio due mie lacune piuttosto gravi, ovvero: 1. non essermi resa conto per molto tempo che il primo album degli stooges (non per nulla prodotto da john cale) stava lassù nell'empireo dei Debutti Inarrivabili insieme a quelli dei velvet e dei doors; 2. non aver mai visto iggy pop dal vivo fino all'altro ieri. dico, non avrei mai pensato che del rassicurante slogan «non è mai troppo tardi» potesse esservi incarnazione tanto luciferina.
Non per nulla, non per nulla... ;)
Scritto da: Garnant | lunedì, 12 luglio 2004 a 19:49
iggy lo avevo visto nell'87 e nel 91, e ho sempre amato alla follia il primo disco degli stooges. ma non avevo mai visto gli stooges, e potuto contemplare la trinità nel suo insieme... ah, ti ho fatto una domanda, da me...
Scritto da: alderano | martedì, 13 luglio 2004 a 14:34
un incubo. pensa che, appena arrivati al parco io ed i miei amici ci siamo ritrovati, senza metterci d'accordo, a pensare la stessa cosa: Ma quanto è brutta quella scultura dell'angelo. Poi arrivo qui e me la ritrovo.
Bellissima serata comunque.
Un saluto.
A.
Scritto da: sedicinove | giovedì, 15 luglio 2004 a 17:49
la scultura è assurda, anche perché mi pare ce ne siano più copie in giro per il parco. però, in fondo, con il cielo azzurro faceva la sua figura... poche cose peraltro raggiungono la perfezione estetica di un altoparlante marshall.
Scritto da: rose | venerdì, 16 luglio 2004 a 09:55