sembra spuntare sempre più spesso tra i materiali e detriti del lavorio subacqueo da cui ogni tanto vien fuori questo weblog. (e la cosa non mi stupisce affatto.) in questi giorni ho letto molto volentieri un post di heavy little objects sulla polaroid sx-70, che ho immediatamente desiderato (mi frena un po’ la questione della reperibilità della pellicola in italia) e mi ha portato via (o regalato, non so) un po’ di tempo il sito della national library of scotland pencils of light, dedicato al primo club di fotografico del mondo, l’edinburgh calotype club, che utilizzava la pionieristica tecnica fotografica diwilliam henry fox talbot. pare che la calotipia non si sia imposta, nel confronto con il dagherrotipo, perché talbot volle proteggere con brevetto la propria invenzione. in realtà questo procedimento dava anche immagini meno definite, a fronte del vantaggio di permettere più copie (riproduzione a contatto) dell’immagine originale.
Ma guarda, lo Scott Monument e non c'è niente intorno...
Scritto da: Garnant | domenica, 27 giugno 2004 a 13:26
e poi la strada sembra molto più stretta, no? allora troneggiava come uno spettro neogotico, adesso è solo un’eccentricità in una via assediata dai pullman (perlomeno durante i truly detestable summer festivals – io l’ho vista solo così, edinburgo).
Scritto da: rose | domenica, 27 giugno 2004 a 14:03