la tv influenza i miei consumi (vedo un pezzetto dei soprano per la prima volta - finisce con white rabbit dei jefferson airplane tutta intera sui titoli di coda - ci metto ere geologiche a farmi venire in mente titolo e gruppo - invece di chiamare un neurologo, decido di espiare comprando l'edizione rimasterizzata di surrealistic pillow).
i blog influenzano i miei consumi (leggo che garnant e io come concerti di diamanda galas siamo pari - rimembro di avere dg solo su cassette, delle quali reperibile solo you must be certain of the devil - nel cestino della spesa finisce il doppio cd la serpenta canta).
i consumi passati contengono il germe di consumi futuri (ho visto le ristampe sony di soul mining, infected, mind bomb e dusk con le loro copertine coordinate... con la faccia di matt johnson che dice «mi lasci qui sullo scaffale?»... odio questi ricatti emotivi).
«consumo consapevole» è un ossimoro. siamo troppo dipendenti dai suoi affetti collaterali (e non solo nel caso particolare dell'oggetto culturale - pure comprare il detersivo ecologico è un'azione di consumo simile: mi dà più soddisfazione che comprare il detersivo tradizionale).
Un biglietto per Diamanda Galas, questo si che è spendere bene i propri soldi, dico io.
Scritto da: Garnant | mercoledì, 28 aprile 2004 a 20:19
hai fatto benissimo! poi un concerto passa e va (è il suo bello e il suo brutto), non è altro che quel momento lì, la spesa non ha la materialistica controparte del possesso di un oggetto che, non so perché, in questo periodo trovo un po' turpe. forse perché vuole rappresentare troppo, per un dischetto di plastica.
se non erro, quando la vidi io diamanda entrò in scena a torso nudo e tutta luccicante.
Scritto da: rose | mercoledì, 28 aprile 2004 a 20:31
Esattamente! Quanto a Diamanda Galas, la settimana scorsa era tutta in nero, elegante. Altera, direi.
Scritto da: Garnant | giovedì, 29 aprile 2004 a 19:52