che la settimana scorsa si è svolto piuttosto appassionatamente sui blog pubblico di merda e brullo nulla (v. questa domanda del giorno, quest'altro post e relativi link), a proposito di atteggiamenti, mode, pose, stupidità e della liceità di giudicare le persone in base a elementi del genere, mi pareva di avere le idee abbastanza chiare.
ieri, nella minutaglia redazionale quotidiana - un romanzo da rivedere - per l'ennesima volta ho trovato la parola inglese scalpel tradotta come «scalpello». e l'esasperazione mi ha procurato un attacco d'ira tale da farmi desiderare l'estinzione fisica del traduttore. ora è passato. davvero, sarei in grado di spiegare con calma al responsabile che significa «bisturi», che c'è sul vocabolario. è tutto sotto controllo. e tuttavia... (per un attimo, da un piccolo sintomo di cialtroneria professionale è stato facile dedurre la decadenza dell'intera società occidentale e invocare su di essa le sette piaghe d'egitto.)
oggi, a proposito della tolleranza come asse d'equilibrio (da una parte c'è l'intolleranza, dall'altra, si suppone, il rincoglionimento), trovo conforto in questo post di wilson.
capisco perfettamente ciò di cui parli, cara (anche se io non mi incazzo più con chi pronuncia mass media "mass midia" e così via : sono tristemente assuefatto a ciò. forse perchè tu hai formazione umanistica,e io scientifica. o forse perchè ho questa visione della lingua come qualcosa che in fondo prosegue grazie ai cialtroni, altrimenti parleremmo tutti il latino di Ennio -no,non sarebbe meglio così- certe preziosità dell'italiano di oggi sono le cialtronerie di ieri). ma ora ripensaci, e chiediti : il tizio che traduce "scalpel" con "scalpello" (e suppongo "eventually" con "eventualmente" e "library" con "libreria") non l'ha fatto per hobby. è un lavoro per cui viene pagato,cazzo. e questo è il meno. è un lavoro che si ripercuote nella comprensione di quel testo per i suoi lettori. se vivessimo in un mondo fatto di e-books open source, potremmo correggere in tempo reale simili cazzate,e andrebbe tutto a posto (cfr. http://en.wikipedia.org ). ma siccome i libri si stampano ancora (per fortuna : a me la carta piace) non possiamo andare da lui a fargli vedere il vocabolario e sperare che le copie di quel libro siano magicamente corrette. possiamo solo prenderlo a schiaffi e mandarlo a fare elemosina. la tua ira è dunque giusta, giustissima, ed errata è la tua comprensione. perchè io che leggo la traduzione,che ne so che dove c'è scritto "scalpello" voleva dire "bisturi" ? perchè devo essere quindi ingannato da quest'uomo? certo,potrei leggere l'originale,e per l'inglese e un pò di francese magari me la cavo. ma se devo leggere eschilo o dostoevskij, che faccio : imparo tutte le lingue vive e morte (magari,se potessi) o devo tremare sotto l'ipotesi di finire vittima di questi bastardi?
Scritto da: brullonulla | sabato, 20 marzo 2004 a 14:34
questo particolare scalpello non vedrà mai la luce in libreria, perché per fortuna ci sono io (e qui appare un’aureola) che sbatto via parte della mia vita a correggere gli errori degli altri in sede di redazione. è magra consolazione sapere che i traduttori sono pagati male (il che tra parentesi è ingiusto, ma non è certo una scusa per la cialtronaggine). nel correggere gli svarioni, poi, magari ti tocca sperare nella loro comprensione... perché la suscettibilità è molto più diffusa dell’onestà intellettuale. e la casa editrice tende a tenersi i collaboratori nonostante le loro pecche, se non sono proprio disastrosi, altro che mandarli a chiedere l’elemosina.
Scritto da: rose | sabato, 20 marzo 2004 a 17:52